10 Anni di guerra in Siria - la campagna di Terre des Hommes #aiutiamoibambinisiriani
15 marzo 2021
dieci anni di guerra in Siria
Le storie dal campo e le testimonianze degli operatori di Terre des Hommes
Tra i beneficiari dei progetti della Fondazione ci sono ragazzi e ragazze che hanno dovuto rinunciare a tutti i loro sogni e crescere in fretta, ci sono bambini e bambine che non hanno mai visto la pace perché nati sotto le bombe, le loro storie e le testimonianze dello staff sul campo descrivono l'impegno di Terre des Hommes per dare aiuto umanitario e cercare di alleviare le tante sofferenze e dare speranza per il futuro.
MUSTAFA
Con i suoi 9 anni Mustafa è stato testimone di una tragedia più grande di lui, quella vissuta dalle centinaia di migliaia di famiglie che sono dovute fuggire da Raqqa con l'intensificarsi dei bombardamenti pianificati per liberare la città dai gruppi armati di ISIS. Allora aveva 8 mesi e durante quell'inferno un'esplosione ha bruciato parte della sua casa, dove in quel momento stava il fratellino. La famiglia è stata subito evacuata nel Kurdistan Iracheno e al bambino ustionato sono state prestate delle cure, ma non c'era più nulla da fare.
Mustafa, così piccolo, ha visto tutto e l'episodio gli ha causato un profondo trauma. Al suo arrivo in Iraq la famiglia ha trovato un alloggio nel campo rifugiati di Kawergosk, vicino Erbil, e crescendo la condizione di Mustafa non è migliorata. Isolamento, pianti inarrestabili, rifiuto del cibo, incubi che non lo lasciavano riposare.
Dopo aver provato di tutto la madre si è rivolta agli operatori di Terre des Hommes per essere aiutata. Per aiutare Mustafa a rielaborare il trauma subito, si è deciso di intraprendere un percorso di sessioni psicosociali. A poco a poco il bimbo ha superato la sua timidezza e anche in questo periodo complicato dalla pandemia da Covid-19 è stato seguito regolarmente dagli operatori, continuando a fare progressi.
FARAH
Abbiamo conosciuto Farah lo scorso autunno, quando si è avvicinata al nostro centro di Rural Damascus per chiederci aiuto. Lei e il suo bambino erano visibilmente malnutriti, e questa situazione aveva messo molto in ansia la madre che non si riteneva in grado di occuparsi adeguatamente del figlio. A soli 20 anni, Farah ha vissuto metà della sua vita in un contesto di ristrettezze economiche imposto dalla guerra e dalle sanzioni. Per questo non ci siamo meravigliati quando è risultato che era in uno stato di malnutrizione acuta moderata. L'esame al figlio, di 10 mesi, ha fornito un risultato analogo.
Abbiamo subito inviato Farah e il bimbo a un centro di salute materno-infantile per ricevere le cure e tutti gli integratori nutrizionali necessari senza alcun pagamento, grazie a un accordo stilato con Terre des Hommes. Inoltre, l'abbiamo invitata a seguire una serie di incontri per neomamme organizzato insieme ai volontari della Croce Rossa siriana. Le mamme che frequentano queste sessioni provengono da famiglie in difficoltà, con un livello d'istruzione molto basso a causa della guerra, che si recano dal medico solo quando è assolutamente indispensabile. Farah qui ha potuto apprendere le informazioni di base per migliorare la sua alimentazione e quella del bambino. Nel giro di qualche mese la misurazione del braccio evidenziava i progressi fatti, facendo rientrare entrambi in una condizione di normalità. Last but not least, Farah agli incontri ha conosciuto molte amiche e ora sa dove si può rivolgere in caso di qualsiasi problema, i nostri operatori rimangono a loro disposizione!
MASSA
Massa è una ragazza nata e cresciuta ad Aleppo. È una delle tantissime ragazze e ragazzi cresciuti tra le macerie della guerra, aveva solo 3 anni quando è cominciato tutto. La sua vita è cambiata improvvisamente la scorsa estate quando un'esplosione le ha causato un'emorragia cerebrale, che a sua volta ha generato una emiplegia di tutto il lato sinistro del corpo. Non riusciva più a muoversi autonomamente, a camminare e ad alzarsi dal letto. Massa è arrivata nel centro di riabilitazione di Aleppo supportato da Terre des Hommes sconsolata, in queste condizioni, senza la speranza di riuscire a continuare gli studi e a proseguire la sua vita senza essere un peso per la sua famiglia.
Il team di medici e fisioterapisti ha preso in carico Massa analizzando il suo caso e sviluppando un piano di trattamento personalizzato. La ragazza ha potuto anche ricevere medicinali e forniture mediche gratuite, prime fra tutte la carrozzina e le stampelle per sostenersi. Seguendo passo dopo passo il suo programma di riabilitazione con sedute di fisioterapia, terapia occupazionale e il supporto psicologico oggi è in grado di stare in piedi da sola e può abbandonare la sedia a rotelle. Ha ancora molto lavoro da fare per tornare a camminare bene, ma i suoi fisioterapisti le hanno dato tutte le istruzioni per continuare gli esercizi di riabilitazione da casa e saranno sempre al suo fianco per controllare i suoi progressi. "Avevo quasi perso la speranza", ci dice Massa con lacrime di commozione "ora ho riconquistato fiducia in me stessa".
LE TESTIMONIANZE DELLO STAFF
Deborah Da Boit, Delegata Terre des Hommes in Giordania e Coordinatrice programmi Siria
"Ancora ricordo perfettamente l'emozione provata nell'arrivare la prima volta a Damasco. Era il luglio del 2009, sembra passato un secolo, la Siria era un paese fiorente, Il popolo siriano, estremamente generoso, aiutava i rifugiati iracheni scappati dalla guerra, accogliendoli come fratelli. A Deir ez-Zor nel 2011, ricordo le chiacchiere con le persone nel mese di febbraio: a Damasco e ad Aleppo si parlava di cambiamenti, di tensioni in alcune aree del paese, ma nessuno, nemmeno lontanamente, avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto da lì a poco per i dieci anni a venire. Nel 2013 ricordo missili e mortai vicino all'ufficio, con le mura che tremavano ed il cuore che sobbalzava per la paura.
Mi chiedono spesso "Perché non cambi missione?" Semplicemente perché non posso. C'è un patto che mi lega al popolo siriano e a questo paese che ha sofferto in maniera inenarrabile. Attualmente sono basata in Giordania, dove Terre des Hommes ha numerosi progetti a favore dei rifugiati siriani nel paese, con un ruolo di coordinamento per la Siria. Sono estremamente orgogliosa di quanto siamo stati in grado di realizzare in questi 10 anni: una goccia nel mare, ma abbiamo aiutato una moltitudine di persone, con dedizione, convinzione, spinti dal principio umanitario di neutralità. Il nostro team è eccezionale, sarebbe stato impensabile fare tutto ciò che abbiamo fatto senza di loro. Io amo la Siria e la sento come la mia seconda casa, ma sono un'ospite. La Siria è loro e sono loro che in tutti questi anni hanno dovuto affrontare innumerevoli difficoltà legate al conflitto e alle sanzioni internazionali e nonostante tutto non hanno mai smesso di essere in prima linea per aiutare i propri connazionali. Quel che è successo è un incubo che dura da 10 anni, il mio più grande desiderio è che finalmente ci si possa svegliare e che il popolo siriano possa finalmente ritornare a vivere."
Mohammad Aziz Ali, Delegato Terre des Hommes in Siria
"Dieci anni fa, proprio in questo giorno, una scintilla ha fatto bruciare tutto nel mio paese, la Siria, uno dei più bei paesi nel Medio Oriente, con una storia millenaria, una culla della civiltà, che ha dato all'umanità lingue, alfabeti, cultura, e scienza, un paese che all'alba del secondo millennio era tra i più ricchi della regione, in via di sviluppo. Oggi è un paese ferito, caduto in una oscurità assoluta. I sorrisi dei bambini hanno lasciato il posto a lacrime che riempiono il mondo.
In 10 anni la Siria è stata ridotta ad un inferno in tutti i sensi; milioni di persone hanno perso i loro cari, intere famiglie, la casa, il lavoro, tutto. Chi è fuggito ha dovuto affrontare difficoltà indicibili per sperare di avere un futuro in altri paesi. Chi rimane soffre per tutto: disoccupazione, freddo, caldo, fame, instabilità, buio; si soffre per la mancanza di reddito, di pane, di gasolio, di elettricità. E la cosa più triste è che tutta la popolazione è afflitta da una desolazione inconsolabile, quello che ci manca più di tutto, soprattutto alle generazioni più giovani è la speranza. Come padre ho visto la sofferenza delle mie figlie e di tutti gli altri bambini come loro, privati dell'infanzia e dell'adolescenza, hanno dovuto rinunciare ai giochi, alle feste, alla scuola.
Da 10 anni lavoro con Terre des Hommes, qui in Siria il nostro impegno è progressivamente aumentato nella protezione dell'infanzia, nell'assistenza a bambini e adulti con disabilità, nelle cure materno-infantili e nell'educazione. Sono orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare e dell'impegno che tutto lo staff e tutti i volontari mettono nelle attività di ogni giorno, per dare aiuto ai siriani in tutti i governatorati del paese."
Luca Ricciardi, Delegato Terre des Hommes in Libano
"Parlare di Siria non è facile. Tante sarebbero le cose da dire e raccontare. Dallo scoppio della guerra milioni di siriani e siriane sono stati costretti a scappare, abbandonare tutto alle spalle e cercare rifugio in paesi limitrofi. Grazie al mio lavoro con Terre des Hommes in Libano, ho avuto la possibilità di conoscere tante famiglie che hanno dovuto abbandonare la propria vita in Siria in cerca di rifugio. Persone la cui storia è stata di colpo cancellata, considerate come un gruppo uniforme, a cui ci si riferisce con un unico nome (rifugiati/e), nel tentativo di trovare un termine che ne descriva la condizione, spesso di subalternità, ma che, al tempo stesso, contribuisce di fatto ad alienare l'identità in cui ciascuno si riconosceva. Con il passare del tempo, tale identità diventa sempre più un lontano ricordo, e la "nuova" condizione, sempre meno temporanea, costringe alla ridefinizione di se stessi.
Con l'arrivo del COVID e con la crisi finanziaria che sta colpendo il Libano, stiamo assistendo a un drastico aumento di meccanismi negativi di adattamento, soprattutto verso i minori: aumento di lavoro minorile, matrimoni precoci, comportamenti violenti e abbandono scolastico. Come sempre sono i bambini e le bambine, soprattutto quelli più vulnerabili, ad essere i più penalizzati. È per questo che dobbiamo continuare a proteggere i bambini e le bambine siriani, che da 10 anni si vedono quotidianamente privati del proprio diritto all'infanzia e alla felicità. Dobbiamo far in modo che anche loro, come tutti i bambini e le bambine, abbiano la possibilità di diventare ciò che sognano di essere da grandi e di costruire autonomamente la propria identità, qualunque essa sia."
Miriam Ambrosini, Delegata Terre des Hommes in Iraq
L'Iraq è un Paese dove si incrociano due crisi e due storie di sofferenza. Da anni infatti la crisi siriana che ha portato all'arrivo di migliaia di rifugiati dal nord est della Siria si è intrecciata con la crisi irachena che ha portato poco dopo all'arrivo di milioni di sfollati.
Due storie diverse ma accomunate dallo stesso destino: quello di dover lasciare quasi all'improvviso la propria casa e la propria terra per trovare rifugio da qualche altra parte, un luogo che non sarà mai del tutto casa e dove ci sente sempre ospiti, spesso non troppo graditi.
Questa storia di vita sospesa e di destino incerto è il filo rosso che ha accompagnato i miei 6 anni in Iraq, tra bambini sfollati e bambini rifugiati. In questi anni ho sentito tantissime storie sulla Siria, sul Paese che era e non è più, sulla vita che si faceva e che adesso non si fa più. Ho visto un amore particolare per questa terra da parte dei suoi abitanti, un orgoglio "positivo" nell'appartenervi, nonostante tutto e sempre e comunque il desiderio di raccontare solo il bello di questo Paese piuttosto che i suoi guai.
L'Iraq è un Paese che ho imparato ad amare vivendoci, la Siria è un Paese di cui mi sono innamorata attraverso questi racconti.
Eppure, nonostante questo non si può non raccontare anche la sofferenza che accompagna le famiglie che abbiamo assistito in questi anni. La tristezza nel loro sguardo e in quello dei nostri colleghi siriani quando pensano che forse non torneranno mai più a casa loro. Ecco forse è la mancanza di speranza quello che rende tutto più duro… Vedere quanti adolescenti, giovani e adulti non abbiano un futuro a cui guardare con fiducia ma solo tanta incertezza, domande e preoccupazioni. È questo futuro che cerchiamo di costruire con loro, perchè lavorare con i bambini e i giovani alla fine vuol dire lavorare nel presente per il futuro."
About Terre des Hommes
Terre des Hommes dal 1960 è in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall'abuso e dallo sfruttamento e per assicurare a ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo. Attualmente Terre des Hommes è presente in 21 paesi con 134 progetti a favore dei bambini. La Fondazione Terre des Hommes Italia fa parte della Terre des Hommes International Federation, lavora in partnership con EU DG ECHO ed è accreditata presso l'Unione Europea, l'ONU, USAID e il Ministero degli Esteri italiano - Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale (AICS). Per informazioni: www.terredeshommes.it



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