Visita al Museo nazionale del Paleolitico di Isernia
Leggende metropolitane e golidardici meme che si rincorrono per la rete, affermano che il "Molise non esiste". Questa piccola regione del Centro Italia ha bensì, invece, alcuni gioielli che val la pena scoprire, come il Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia.
Il Museo sorge nella zona di Isernia - La Pineta, dove nel 1978 affiorarono i primi reperti risalenti a 600.000 anni fa, grazie agli scavi realizzati.
Scavi che all'epoca conquistarono anche la copertina del magazine Nature, a testimonianza del grande valore storico, scientifico e antropologico di questa grande scoperta.
I molteplici reperti rivenuti hanno contribuito a sostenere la tesi del popolamento in età remota del nostro continente, in special modo in Europa. Un sito archeologico di importanza europeo, per quanto concerne ciò che vi è stato trovato.
Ciò che ne è emerso dal giacimento ha permesso agli studioso di ricostruire quel che era la vita, l'ambiente e la natura in cui visse l'uomo circa 700.000 anni fa.
Nello specifico, i reperti che affiorano di volta in volta nell'area circostante (molti sono ancora gli scavi da fare nell'area) permettono di ricostruire l'ambiente floristico e faunistico del Pleistocene.
Come dunque viveva l'uomo? Quali animali erano presenti sul territorio? Come era strutturato l'ambiente? A queste e altre domande il Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia riesce a fornire risposta e lo fa all'interno della struttura sorta a pochi metri dall'area dei primi scavi del 1978, area ancora in alta fermentazione di scoperte.
Vi sono dunque resti di ossa che testimoniano la presenza di bisonti, elefanti, rinoceronti, orsi, ippopotami e cervidi; non mancano però anche le testimonianze legate agli esseri umani, come manufatti litici, in selce e calcare. Manufatti che permettevano agli uomini antichi di poter cacciare e trattare le carni, comprese le eventuali pellicce o ossa.
A dare il benvenuto ai visitatori del museo vi è un elefante antico, riprodotto nelle dimensioni reale. Un grande elefante, con delle zanne lunghissime, che ci fanno già immaginare quanto questi animali fossero stati grandi e predominanti sul territorio.
A seguire vi è un percorso didattico che illustra, grazie a delle tavole visive, l'età dell'uomo e della sua evoluzione, fino a scendere nell'area ove sono riprodotti i primi accampamenti, con capanne e grotte.
Non mancano i reperti di arnesi utilizzati per la caccia o la cucina, ma anche di oggetti di uso quotidiano degli uomini e delle donne dell'epoca.
Nell'area adiacente vi è invece la riproduzione di ciò che gli archeologi si trovarono di fronte quando fecero per la prima volta questa scoperta: una serie infinita di reperti, tra ossa di animani, schegge e fossili. Grazie al touch screen presente, è possibile ben identificare i reperti ed ascoltare anche i versi degli animali ai quali appartenevano ossa e fossili.
Alcune teche invece, contengono altri preziosi reperti di animali, ma anche di arnesi costruiti dall'uomo.
Un insediamento vivo e molto radicato nel territorio, che non è circoscritto solo nei pressi di Isernia, bensì si spinge oltre, nel resto del Molise, come è possibile verificare attraverso la cartina posta all'interno dell'area, ove sono segnalati gli insediamenti dell'epoca.
Uscendo da questa ala del Museo, è possibile recarsi attraverso una sorta di passerella, verso il primo scavo che ha dato luce al tutto. Un'area ora coperta e ancora "in cantiere", in quanto gli scavi e la catalogazione degli innumerevoli reperti continua.
E' comunque affascinante poter vedere con i propri occhi quello scavo, ma in tutta l'area continuano ad emergere reperti e fossili. Nella speranza che maggiori risorse siano destinate al Museo per ampliarne l'offerta e fare in modo che i visitatori possano immergersi nel paleolitico, magari mantenendo proprio la struttura il più "naturale" possibile.
Sicuramente la recente scoperta del 2014, ossia di un dentino da latte di un bimbo di 5-6 anni vissuto più di 600.000 mila anni fa, potrebbe dare una spinta in più all'afflusso di persone al giacimento paleolitico di Isernia. Da questo dentito, sta nascendo una figura digitalizzata e in realtà aumentata che ne rappresenti l'anatomia muscolo - scheletrica e la caratterizzazione somatica. Il dentino e il bambino paleolitico non sono ancora stati presentati al pubblico, ma presto potrebbe finalmente venire alla luce.
Perchè questa è una scoperta straordinaria? Poichè è il resto umano più antico rivenuto in Italia e che permetterà di far ancora più chiarezza sulla variabilità di Homo heidelbergensis e su quelli italici che sembrano discostarsi molto da altri ritrovamenti avvenuti nel resto d'Europa, ciò a sottolinearne la peculiarità.
Il museo di trova a Isernia, in via Ramiera Vecchia, s.n.c. (86170 Isernia), ed è aperto dal Martedì alla Domenica dalle 8.00 alle 19.00.
Informazioni dettagliate:
www.musei.molise.beniculturali.it
pm-mol@beniculturali.it
Tel: +39 0865 290687
Chiusura: Lunedì
Intero: 4,00 € - Integrato con Museo Santa Maria delle Monache 5,00 €
Ridotto: 2,00 €
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