Non ci aspettavamo il premio, ma abbiamo lavorato perché la serie fosse inclusiva in tutti i sensi.

Sin dall'inizio infatti abbiamo lavorato ad un progetto che fosse gender neutral come target, in cui le nostre protagoniste non fossero assolutamente caratterizzate da stereotipi e cliché di genere e in cui fossero rappresentate tutte le etnie.

Il premio, che ci riempie di orgoglio, è la dimostrazione che abbiamo lavorato nella giusta direzione. Ed è sempre davvero importante scoprire di aver raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissati

Credo che come produttori di intrattenimento per ragazzi abbiamo una grossa responsabilità.

La nostra audience è un pubblico che si sta formando, sta formando la propria sensibilità, il proprio sentire, e anche la propria coscienza.

Essere in grado di trasmettere e di veicolare, in storie divertenti e coinvolgenti, anche un certo tipo di valori e di rappresentazione inclusiva della realtà è sempre positivo.

Se tutto l'intrattenimento che forniamo ai nostri bambini evitasse di rappresentare pregiudizi, vecchi stereotipi o banalmente un certa visione del mondo "arcaica", sono sicuro che avremmo presto una generazione di giovani adulti pronti ad abbracciare una società multiculturale dove tutti hanno genuinamente gli stessi diritti.

Nel caso di Berry Bees, la serie in animazione è nata quasi contemporaneamente alla serie di libri, grazie ad un'intuizione di Caterina Vacchi, produttore esecutivo di Atlantyca: appena le è stato presentato il concetto editoriale, ha visto le potenzialità di sviluppare un cartone animato di successo.

A seguito di questa intuizione, e visto che la serie di libri è sviluppata da Atlantyca, la società per cui lavoro e produttore anche della serie animata,  il mio intervento come regista è partito dal design dei personaggi creati per il prodotto editoriale.

Ho quindi cercato di dare indicazioni al dipartimento publishing sui personaggi, per renderli più facilmente adattabili a un media diverso e con stile grafico differente.

Ci sono immense differenze ma anche alcune analogie tra una regia con attori in carne e ossa e una con attori animati. Nella regia in animazione è molto importante la costruzione dei personaggi già in fase di scrittura. Sin dall'inizio il regista deve avere bene in testa i personaggi, deve iniziare a pensare a come si muoveranno e quali saranno gli atteggiamenti che li caratterizzeranno, rendendoli unici e reali.

Poi, anche in una serie in animazione ci sono gli attori in carne e ossa, anche se ne usiamo solo la voce. Una volta ideati i personaggi, e quindi disegnati "fissi" per capirne la struttura fisica e indicarne gli atteggiamenti ricorrenti e le espressioni, prima dell'animazione, si registrano le voci.

Il regista, insieme al direttore di doppiaggio, fa recitare degli attori.

Questa recitazione verrà poi utilizzata dagli animatori, insieme alle indicazioni di regia e ai materiali "grafici" forniti, per muovere i personaggi, per dargli vita.

I produttori ne stanno parlando e visto il successo dalla prima stagione, è molto probabile che a breve, per quanto i tempi dell'animazione siano lunghi, ci sia una seconda stagione.

La serie nasce con una vocazione internazionale, infatti la compagine co-produttiva è Italiana, Australiana, Irlandese e Indiana; di conseguenza la serie è già andata in onda nei paesi di coproduzione mentre il nostro dipartimento di distribuzione l'ha già venduta in altri che la metteranno in onda prestissimo.

Su RaiPlay sono disponibili gli episodi!